Mandala: significato psicologico, traduzione, pronuncia, storia e perché tatuarlo

Pubblicato il 26 Giu 2023 - 2:04pm di Alessandra Corbo

Diffusissimo nella cultura occidentale, il Mandala, in realtà, ha un’origine prettamente orientale, di antichissima data.

Oggi il suo significato si è arricchito di forte simbolismo, ma in base alla cultura di riferimento che lo ha adottato, il Mandala si è arricchito di significati sempre più evocativi e differenti. Vediamo insieme il suo significato psicologico, la traduzione e la corretta pronuncia del termine e perché è uno dei soggetti più tatuati di sempre.

Il significato psicologico del Mandala

Concretamente, il Mandala è un disegno di forma rotonda o comunque molto vicina al cerchio, in altri casi invece può assumere una forma ovoidale oppure a raggiera. Ad ogni modo, qualunque forma abbia un Mandala, il suo significato ha sempre un chiaro riferimento all’ordine superiore che governa il Cosmo. I Mandala sono particolarmente cari alle religioni orientali come il Buddhismo e l’Induismo, secondo queste religioni, infatti, il Mandala aiuterebbe il praticante ad acuire la percezione dell’Universo, attraverso l’individuazione della fitta rete di relazioni esistente tra la natura e gli esseri viventi. 

Non di rado, il Mandala è molto spesso usato anche come elemento di demarcazione della zona sacra, molto spesso, infatti si trova all’ingresso di templi e luoghi di culto, come elemento di confine tra la zona sacra e la zona profana.

Le credenze religiose e la tradizione della filosofia orientale hanno quindi contribuito a caricare il simbolo del Mandala di significati mistici e affascinanti tanto da attirare anche il versante occidentale, più impermeabile alle riflessioni filosofico-religiose. 

Ad introdurre in Occidente il Mandala come elemento culturale è stato Carl Gustav Jung. Secondo lo psicologo svizzero, che studiò per moltissimo tempo i Mandala, questo simbolo era la rappresentazione perfetta dell’ordine naturale delle cose. Esso infatti rappresentava un archetipo al quale la coscienza collettiva si rifaceva. per comprendere meglio il concetto dell’archetipo, occorre fare una piccola precisazione sul pensiero junghiano.

Secondo Jung, infatti, esisterebbero una coscienza collettiva (o inconscio collettivo, il quale si rifà a dei principi generali e universali che sono appunto gli archetipi) e una coscienza personale (o inconscio individuale) le quali costituiscono due contrapposti nel mezzo dei quali si muove l’individuo in un costante percorso di conoscenza ed espressione dell’io personale.

Jung avrebbe individuato proprio nel Mandala uno strumento utile alla conoscenza del sé in tutta la sua interezza e articolazione. Lo stesso psicologo scoprì successivamente anche i benefici dell’uso del Mandala nel campo psicoanalitico, intuendo come essi potessero essere utilizzati a scopo curativo per trasformare gli stati d’animo e comprenderne le infinite evoluzioni.

Lo stesso Jung raccontava in alcuni suoi taccuini che in maniera spontanea e ricorrente tendeva a disegnare delle figure concentriche che solo più avanti avrebbe scoperto essere una forma assimilabile al Mandala. Tali figure, inoltre ricorrerebbero spontaneamente anche in sogno e sappiamo quanto l’ambito onirico sia caro alle teorie psicanalitiche occidentali. Ad ogni modo, per la psicologia contemporanea il Mandala ha la duplice funzione di restaurare un vecchio stato di cose per dar vita a un nuovo ordinamento interiore che però non necessariamente deve soppiantare il primo, anzi, lo arricchisce di elementi nuovi e originali.

Traduzione e pronuncia della parola Mandala

Se in psicologia il Mandala ha un significato ben delineabile, ancora di più lo possiamo comprendere attraverso l’etimologia del termine. Benché Mandala sia un termine molto conosciuto dai più, forse però non tutti sanno che si tratta di una parola polisemica che racchiude cioè più significati.

Il termine deriva dal sanscrito: मण्डल che, riportato nel nostro idioma si traduce proprio con Maṇḍala. La corretta pronuncia risulta un po’ difficile per la nostra parlata poiché le due lettere con il puntino sotto, la n e la d, devono essere pronunciate con la lingua che tocca il palato. Provare per credere!

Ad ogni modo, senza perdersi troppo a replicare un suono che non è molto congeniale al nostro modo di parlare, possiamo pronunciarlo all’occidentale, come già sappiamo, senza il rischio di storpiare il suono della parola, facendole così perdere il suo significato originario.

Il termine letteralmente significa cerchio, e non è quindi un caso che la rappresentazione grafica del Mandala sia proprio un cerchio molto spesso inquadrato in altri cerchi o figure geometriche.

Perché tatuare un Mandala? La storia del simbolo

Proprio le peculiarità e la densa simbologia hanno fatto sì che il Mandala sia uno dei soggetti preferiti da farsi tatuare sulla pelle. Già di per sé il tatuaggio ha una forte carica simbolica, in molte culture, infatti, il tatuaggio è una vera e propria arte, carica di fascino e storia, perciò la scelta di farsi tatuare un mandala è ancora, se possibile, più ricca di significato spirituale.

Come accade per un tatuaggio, anche la scelta di tatuarsi un mandala è assolutamente personale. La simbologia del Mandala, come abbiamo visto poco fà, vuol dire incidere sulla propria pelle la propria storia interiore, un po’ come facevano anticamente i monaci buddhisti che lasciavano il mandala disegnato con polveri colorate sul pavimento fuori dalla porta del tempio. Una volta terminate le celebrazioni e la preghiera, il Mandala veniva lasciato fuori alle intemperie, facendo sì che fossero gli eventi a incidere, modificare e cancellare il colore del disegno che poi, successivamente, veniva rinfrescato alla prima occasione.

L’analogia tra la storia del Mandala disegnato dai monaci buddhisti e il tatuaggio impresso sulla pelle che si modifica con il tempo è lampante e, proprio per questo, ancor più affascinante. Tatuarsi un mandala significa rappresentare la propria essenza vitale, che proprio come il Mandala è multiforme e in continua trasformazione.

Per realizzare un mandala tattoo è necessario giocare con le forme e la geometria: le forme del Mandala sono infatti infinite, e possono addirittura rievocare le forme dei fiori e della natura, tanto care alla tradizione orientale come il loto, il fiore di ciliegio e le onde del mare. Il mandala tattoo può essere realizzato a inchiostro oppure anche a colori, laddove anche i colori hanno una propria simbologia che si sposa perfettamente con quella del Mandala, ad esempio:

  • Giallo: genio femminile;
  • Arancione: creatività;
  • Rosso: Forza e coraggio;
  • Rosa: amore e amicizia;
  • Verde: temperanza e simbiosi con la natura;
  • Blu: equilibrio interiore.

Perdersi tra le linee geometriche e le forme grafiche create dal disegno, rende il Mandala un soggetto perfetto da portare sempre impresso sulla propria pelle, per ricordare la propria storia interiore e la rinascita dell’individuo.

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