Matheryn, la bambina ibernata

Pubblicato il 18 Apr 2015 - 12:19am di Elisabetta Zazza

Matheryn Naovaratpong è una bambina thailandese di quasi 3 anni. Matheryn Naovaratpong è la persona più giovane al mondo che sia stata ibernata. Affetta da un ependiloblastoma, un tumore al cervello molto raro, che colpisce soprattutto i bambini, per Matheryn non c’era più niente da fare. Dopo oltre dodici interventi e decine di cicli di radio e chemioterapia, il tumore era arrivato a intaccarle l’80% dell’emisfero sinistro.

I suoi genitori, entrambi ingegneri, hanno tentato l’impossibile per curarla, tra interventi e cicli di terapia, ma a un certo punto la situazione era diventata irrecuperabile per la loro bambina. Quando hanno capito che alla piccola Matheryn restavano solo poche settimane di vita, i suoi genitori hanno deciso di rincorrere l’ultimo disperato tentativo pur di salvarla: la criopreservazione del corpo e del cervello.

La piccola Matheryn è stata dichiarata morta lo scorso 8 gennaio, come riferisce il sito del centro per la crioconservazione Alcor in Arizona (Usa), che ha seguito il caso e di cui la bambina è la più giovane paziente mai trattata, la 134esima nel mondo e la prima proveniente dall’Asia.

I medici specialisti della Alcor si sono recati in Thailandia a prendere la piccola Matheryn, e solo dopo che la bambina è stata dichiarata ufficilamente morta hanno proceduto con l’adeguata preparazione: il corpo e il cervello di Matheryn sono stati sistemati in una cella portatile con ghiaccio secco appositamente preparato e mantenuto a -79° C. Poi, il trasporto in America. Ora, la bimba si trova in Arizona, conservata a -196°C.

Negli ultimi anni, nonostante i costi elevatissimi (fra i 150 e i 200mila dollari), la pratica dell’ibernazione sta diventando sempre più popolare, anche se è ancora una sorta di “scommessa”: al momento, infatti, non ci sono dati scientifici certi sull’effettiva possibilità di “risvegliare” i corpi ibernati.

I genitori di Matheryn hanno scelto l’ibernazione perchè sperano che un giorno la “scommessa” possa essere vinta e la scienza trovare il rimedio per curare la loro bambina. Nel frattempo la piccola riposa addormentata, forse non ancora in pace, aspettando qualcosa: una speranza che vaga nel bisogno di esserci. Nella vita, o nella morte.

Info sull'Autore

Elisabetta Zazza è una testarda ragazza abruzzese, che dopo la maturità ha deciso di lasciare il paesino per studiare nella grande capitale. Dopo una laurea triennale in Lettere e Fiolosofia alla Sapienza, ha iniziato a collaborare per le testate “Prima Stampa” (cartaceo), “ConfineLive.it” e “Corretta Informazione.it”. Intanto, mentre scrive e lavora, sta terminando la specialistica in “Editoria e Scrittura”. Diventare giornalista è il sogno di chi è curioso di sapere, desidera capire e sente il dovere di raccontare.

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