Matheryn Naovaratpong è una bambina thailandese di quasi 3 anni. Matheryn Naovaratpong è la persona più giovane al mondo che sia stata ibernata. Affetta da un ependiloblastoma, un tumore al cervello molto raro, che colpisce soprattutto i bambini, per Matheryn non c’era più niente da fare. Dopo oltre dodici interventi e decine di cicli di radio e chemioterapia, il tumore era arrivato a intaccarle l’80% dell’emisfero sinistro.
I suoi genitori, entrambi ingegneri, hanno tentato l’impossibile per curarla, tra interventi e cicli di terapia, ma a un certo punto la situazione era diventata irrecuperabile per la loro bambina. Quando hanno capito che alla piccola Matheryn restavano solo poche settimane di vita, i suoi genitori hanno deciso di rincorrere l’ultimo disperato tentativo pur di salvarla: la criopreservazione del corpo e del cervello.
La piccola Matheryn è stata dichiarata morta lo scorso 8 gennaio, come riferisce il sito del centro per la crioconservazione Alcor in Arizona (Usa), che ha seguito il caso e di cui la bambina è la più giovane paziente mai trattata, la 134esima nel mondo e la prima proveniente dall’Asia.
I medici specialisti della Alcor si sono recati in Thailandia a prendere la piccola Matheryn, e solo dopo che la bambina è stata dichiarata ufficilamente morta hanno proceduto con l’adeguata preparazione: il corpo e il cervello di Matheryn sono stati sistemati in una cella portatile con ghiaccio secco appositamente preparato e mantenuto a -79° C. Poi, il trasporto in America. Ora, la bimba si trova in Arizona, conservata a -196°C.
Negli ultimi anni, nonostante i costi elevatissimi (fra i 150 e i 200mila dollari), la pratica dell’ibernazione sta diventando sempre più popolare, anche se è ancora una sorta di “scommessa”: al momento, infatti, non ci sono dati scientifici certi sull’effettiva possibilità di “risvegliare” i corpi ibernati.
I genitori di Matheryn hanno scelto l’ibernazione perchè sperano che un giorno la “scommessa” possa essere vinta e la scienza trovare il rimedio per curare la loro bambina. Nel frattempo la piccola riposa addormentata, forse non ancora in pace, aspettando qualcosa: una speranza che vaga nel bisogno di esserci. Nella vita, o nella morte.