Pandemie nella storia in Italia e nel mondo: quanto sono durate e quali sono le peggiori

Pubblicato il 30 Nov 2021 - 3:16pm di Alessandra Corbo

La pandemia da Covid-19 ha caratterizzato uno dei periodi storici più difficili che la società moderna abbia mai dovuto affrontare. Tuttavia, quella attualmente in corso non è stata la prima che si ricordi. Anzi, ci sono state davvero molte pandemie nel corso delle epoche, sia in Italia che nel resto del mondo e alcune di esse sono state davvero terribili.

La durata delle pandemie in Italia e nel mondo

Come dice lo stesso termine, la pandemia si caratterizza per essere una condizione in cui una malattia altamente contagiosa e a rapida diffusione colpisce più di due/tre zone continentali, propagandosi, di fatto, su scala globale. Questo aspetto in particolare contraddistingue una pandemia da un’epidemia che invece si riferisce a un contagio virale che però rimane circoscritto ad una precisa area geografica e che colpisce prevalentemente alcune fasce d’età.

Un altro aspetto che contraddistingue una pandemia è la sua durata nel tempo. Purtroppo non è facile stabilire quanto una pandemia possa durare, tuttavia una pandemia non è mai un evento di breve durata, ma solitamente ha degli sviluppi piuttosto lunghi e i suoi effetti sono riscontrabili solo su lungo termine.

Se guardiamo al passato e alle pandemie che si sono verificate durante il secolo scorso, è possibile riscontrare come esse siano state sempre di lunga durata. A ritroso troviamo:

L’influenza del 2009, meglio conosciuta con il nome di influenza suina.

La pandemia fu provocata dal virus H1N1 del ceppo influenzale. Come spesso accade, il virus ebbe prima un’origine animale, colpendo alcuni esemplari della specie suina (da qui il nome) e poi, mutando la sua forma, aggredì la specie umana. Il rapido propagarsi della malattia scatenò grande preoccupazione nella comunità scientifica a causa del suo elevato tasso di contagiosità. In Italia furono quasi due milioni le persone contagiate e costrette, nei casi peggiori, al ricovero ospedaliero. L’allarme diramato dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) rientrò quando i dati dimostrarono come il tasso di mortalità fosse addirittura inferiore all’incidenza mortale media dell’influenza stagionale. L’influenza suina ricoprì un periodo di tempo relativamente breve (se paragonato ad altri episodi pandemici), infatti durò poco meno di un anno. Tuttavia, pur se di breve durata, l’influenza suina è annoverata tra le pandemie a causa del suo alto tasso di contagiosità e della vasta area geografica interessata.

Nel 2003, a inaugurare il millennio, fu la triste scoperta del virus che causò la malattia nota con l’acronimo SARS (sindrome acuta respiratoria grave) che provocò una grave polmonite nei soggetti che contrassero la malattia. Anche se colpì solamente alcune aree precise della Cina, da cui ebbe origine il ceppo virale, la mortalità fu molto elevata, tanto da caratterizzarsi come una vera e propria epidemia su scala globale. Fortunatamente il diffondersi della malattia durò pochi anni e sparì nel giro di poco più di un anno.

Più indietro nel tempo, ricordiamo l’influenza asiatica del 1957 causata dal virus H2N2 che provocò più di due milioni di morti e durò circa 3 anni. Nel periodo di massima diffusione della pandemia venne approntato un vaccino che contribuì sensibilmente ad arrestare il diffondersi della malattia che fu dichiarata debellata nel 1960. La tregua durò solo qualche anno però, perché nel 1968 giunse dal versante orientale (il primo focolaio fu infatti individuato a Hong Kong) un’influenza aviaria simile all’asiatica, che colpì più di due milioni di persone nel mondo, uccidendone più di 34.000 solamente negli Stati Uniti. Infatti, nella storia degli Stati Uniti questa influenza aviaria è ricordata come una delle pandemie che ha lasciato più vittime di sempre.

La madre di tutte le pandemie, ancora oggi è considerata l’influenza spagnola, un flagello che colpì duramente tutto il mondo agli inizi del XX secolo. La sua durata fu piuttosto breve, soprattutto se paragonata alle epidemie che si sarebbero susseguite durante il corso del Novecento che sono state molto più lunghe, ma non così drammatiche in termini di vittime come la Spagnola. Infatti, in soli due anni di durata della pandemia, 1918-1920, le perdite umane sono state terrificanti: si stimano dalle 25 alle 50 milioni di vittime. Si calcola infatti che morì dal 3 al 6% della popolazione mondiale. Un dato davvero impressionante.

Infine ricordiamo la pandemia di colera che a più ondate ha colpito duramente alcune aree geografiche e che ancora oggi è rimasta molto vivida nei ricordi collettivi, soprattutto nel nostro Paese. Stiamo parlando dell’epidemia di colera del 1973 che interessò particolarmente l’area italiana e in particolar modo l’area intorno a Napoli. Nel corso della storia si sono verificate sette pandemie di colera nell’arco di 200 anni, la più virulenta fu senz’altro quella che si sviluppò tra il 1960 e il 1973. Dapprima si originò in Indonesia per poi scoppiare in Italia, a Napoli per l’appunto, nel 1973. Alla fine del 1973, oltre all’Italia risultano coinvolti più di 60 paesi nel mondo. L’incidenza mortale e la diffusione furono contenute grazie alla somministrazione del vaccino che contribuì alla decrescita dei casi di colera nel nostro paese che scomparirono del tutto sul finire dell’anno 1973.

Le peggiori pandemie nella storia

Se l’influenza spagnola è stata una delle peggiori epidemie della storia in termini di vittime, non è stata però la sola a mietere così tante vittime.

Nel novero delle pandemie peggiori della storia dell’umanità ricordiamo senz’altro la peste nera del Trecento che decimò di un terzo la popolazione europea dell’epoca.

Il tasso di mortalità è stato uno tra i più alti di sempre: tra il 40 e il 60%. Secondo studi e dati statistico-demografici dell’epoca è stato appurato che ci sono voluti circa due secoli affinché la popolazione europea ritornasse alla densità precedente la peste.

Un’altra pandemia ad alta mortalità e tra le peggiori per sintomatologia e contagio è stata il Vaiolo, una malattia nota alla comunità scientifica fin dall’età arcaica. A più riprese il Vaiolo ha flagellato il pianeta provocando un tasso di mortalità pari al 40% tra i contagiati. In Europa si è riscontrata una recrudescenza della malattia intorno al XVII secolo con l’aumento dei traffici commerciali, dei contatti tra popolazioni e delle scarsissime abitudini igienico sanitarie.

Concludiamo la rassegna delle peggiori pandemie di sempre citando la più recente per la quale non è ancora stata trovata una cura: la sindrome da immunodeficienza meglio nota come AIDS, provocata dal virus dell’HIV.

Si tratta di una malattia molto latente, subdola e silenziosa poiché non è contagiosa quanto le malattie provocate dai virus del ceppo influenzale e pertanto per molto tempo è rimasta ben celata. Inoltre, a causa dei pregiudizi sorti intorno alle modalità di diffusione e alle errate credenze, la malattia è stata a lungo sottovalutata dalla comunità scientifica.

Dal 1981 (anno in cui risalgono i primi casi accertati) la pandemia di AIDS ha provocato circa 25 milioni di vittime stimate in tutto il mondo. Una vera e propria pandemia (silenziosa).

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