Partite Iva, le novità della riforma fiscale: regime dei minimi, Irap e versamenti previdenziali

Pubblicato il 17 Ago 2015 - 6:56pm di Ubaldo Cricchi

Uno dei prossimi obiettivi del Governo è quello di definire una riforma fiscale per le partite Iva: lo stesso premier Renzi aveva promesso che l’Esecutivo avrebbe lavorato per risolvere alcune questioni che ormai da troppo tempo attanagliano il lavoro autonomo. In questi giorni iniziano a filtrare le prime indiscrezioni su quelli che potrebbero essere i nuovi aspetti più importanti di questa riforma.

Il regime dei minimi con aliquota al 5% per le start up

La prima novità da segnalare è rappresentata dalla possibilità che il regime dei minimi non venga cancellato del tutto a partire dal 2016 per fare spazio al regime forfettario. Visto il successo riscosso dal primo regime (con aliquota unica al 5%), questo potrebbe rimanere per tutte le start up per i loro primi tre anni di attività, prima che subentri il regime forfettario con l’aliquota più alta, pari al 15%.

Abolizione Irap e estensione del regime di cassa

La seconda novità potrebbe riguardare l’Irap: si parla addirittura di una sua totale abolizione per le imprese di persone fisiche e dell’introduzione di limiti sugli acquisti di beni strumentali e sui compensi dei dipendenti. Ma la maggior parte delle partite Iva aspetta notizie sul pagamento delle imposte: la base sarà quanto realmente incassato o quanto fatturato?

Per molte partite Iva in questo periodo è stato davvero difficile riuscire a farsi liquidare per intero i servizi. Il risultato è che in alcuni casi i lavoratori autonomi si sono trovati a dover pagare le tasse anche su redditi che in realtà non sono stati ancora percepiti. L’obiettivo sarebbe quindi quello di estendere a tutti il regime di cassa che attualmente viene applicato solo per alcune categorie di lavoratori.

I versamenti previdenziali delle partite Iva: cancellazione degli scatti futuri?

L’ultimo nodo da sciogliere è quello dei versamenti previdenziali per quelle partite Iva che non appartengono ad un albo con relativa cassa di previdenza obbligatoria e che quindi versano i loro contributi alla gestione separata Inps; questa prevede un’aliquota del 27,72% ma che secondo la legge Fornero entro il 2018 dovrebbe salire fino al 33,72%. Le categorie che possiedono una cassa autonoma sono soggetti ad aliquote tra il 12 e il 16%: i numeri fotografano una sperequazione enorme.

Per fortuna in questi due anni il Parlamento ha bloccato gli aumenti previsti dalla legge Fornero con norme apposite, ma non è da escludere che il Governo intenda intervenire cancellando del tutto gli scatti degli anni futuri, facendo fare un sospiro di sollievo a quelle tantissime piccole partite Iva che convivono con questo spettro da troppo tempo.

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Sardo trapiantato in Umbria, dopo una lunga gavetta da articolista, posso vantarmi di essere un giornalista pubblicista. Convinto oppositore della scrittura in stile SMS, adoro gli animali e la musica.

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