Recensione Darkest Minds, film tratto dai romanzi di Alexandra Bracken

Pubblicato il 31 Ago 2018 - 2:44pm di Francesco Salvetti

Arriva nelle sale “Darkest Minds” tratto dal romanzo di Alexandra Bracken con Amanda Stenberg, Harry Dickinson e Gwendoline Christie.

Siamo in un futuro prossimo, in cui i bambini sono quasi tutti scomparsi e quelli rimasti in vita hanno sviluppato una serie di superpoteri che li hanno portati ai margini della società. Il mondo li contrasta e ha recluso questi ragazzi in campi di lavoro, catalogando i vari soggetti per gravità e tipologia di potere. I più terribili sono quelli a livello rosso, poco sotto gli arancioni e di conseguenza giallo e blu. Tra tutti questi ragazzi c’è Ruby Daily, dotata di un animo molto particolare e dai poteri sovrannaturali, tutti la vogliono uccidere, perché? C’è una seconda possibilità?

Darkest Minds: Recensione del nostro inviato

“Darkest Minds”, la mente più oscura, cosa si annida all’interno di ognuno di noi? In un futuro prossimo lo scopriremo, secondo la penna di Alexandra Bracken, che ha scritto 3 romanzi, per ragazzi,definibili appartenenti alla categoria:“Young-Adult”. Perché questo settore? A 16 anni, l’età della protagonista, molte delle tue emozioni sono esasperate, i problemi si riducono a quelli scolastici, i primi amori, le prime litigate irrompono nella tua vita come un treno che ti travolge. Per questo immedesimare un potenziale lettore, o una lettrice come in questo caso, in un contesto così ribaltato in poco tempo regala una fruibilità più semplice per ragazzi di età liceale o poco più.

Non solo un discorso emotivo, quello affrontato all’interno di questa storia, ma anche un insieme di messaggi positivi. A partire dalla scelta dell’attrice di colore, Amandla Stenberg, un’esperta del genere Young-Adult(visto che è stata protagonistadel successo “Noi siamo Tutto”, arrivato in Italia lo scorso ottobre). In un periodo come questo purtroppo dobbiamo ancora sottolineare in maniera positiva la scelta di rendere protagonista un’attrice di colore che è ulteriormente una guida per tutto il gruppo di ragazzi. Il discorso raziale non è soltanto legato alla scelta dell’attrice ma soprattutto riguardo la non accettazione di questo gruppo di diversi, che in realtà andrebbero accettati così come sono.

Se in America il film è già uscito e non ha avuto un riscontro positivo, ci chiediamo se è per colpa di un genere che non funziona più al cinema o per altri motivi? Sicuramente questo film è uno tra i migliori Young Adult che ci sono in circolazione, per come scritto, diretto e inquadrato, dato che è molto difficile rendere al cinema le sensazioni e le problematiche dei ragazzi di quell’età. Purtroppo non possiamo negare che questo tipo di pubblico si sta spostando su altre piattaforme come Netflix e Amazon Prime, lo possiamo evidenziare grazie a serie come “Stranger Things” e altre analoghe. Con la speranza che questo film nel resto del mondo, abbia un seguito maggiore, consono con il buon prodotto realizzato, non possiamo che augurare al pubblico italiano di andarlo a vedere. È molto targettizzato come fascia d’età ma è un prodotto piacevole anche per i più grandi.

Info sull'Autore

Laureando in Ingegneria Gestionale presso l'università di Tor Vergata, da sempre appassionato di cinema e inviato per eventi cinematografici per Corretta Informazione.

Lascia Una Risposta