Recensione I Puffi – viaggio nella foresta segreta: trama e commento

Pubblicato il 7 Apr 2017 - 11:30am di Francesco Salvetti

Arriva al cinema il nuovo film sui Puffi – viaggio nella foresta segreta, con la nuova canzone di Cristina d’Avena.

I Puffi sono dei piccoli esseri fantastici di colore blu, rappresentati tutti da un vestiario bianco, tranne Grande Puffo. Ognuno ha un nome che li lega a una caratteristica: c’è il Puffo Vanitoso, il Puffo Brontolone, Forzuto e tantissimi altri. Tra di loro l’unica ragazza è Puffetta le cui origini sono di dubbia provenienza. È quando il villaggio si trova in serio pericolo che, Puffetta e ad altri 3 Puffi coraggiosi, si imbattono verso un viaggio che li porterà a contrastare il temutissimo mago Gargamella e scoprire qualcosa in più su loro stessi.

Recensione del film “I Puffi – viaggio nella foresta segreta”

A quattro anni di distanza dall’ultimo live action, tornano al cinema i mitici Puffi, con la loro nuova avventura. Ripresentati in una sorta di reboot tutto in forma di cartoon, diretti da Kelly Asbury che decide di riaprire la storia dei mitici esserini blu, per proporre una nuova interessante chiave di lettura.

Partendo da un discorso centrale, su quanto i Puffi siano stati uno dei più importanti trattati di sociologia mai scritti. Rilegando a ogni Puffo un nome a una caratteristica, imprime nella mente del bambino un insegnamento sia a livello lessicale (codificando un comportamento o un atteggiamento con una parola) che a livello comprensivo su ciò che lo circonda (essendo il target dei Puffi di età molto bassa).

Si passa successivamente a una seconda fase di analisi che parte dal titolo “viaggio nella foresta segreta”. Approfondendo il semplice aspetto narrativo che lega i 90 minuti del film, i Puffi sono metaforicamente paragonabili a una comunità. Il concetto di “Viaggio” sottintende in se due termini: scoperta e spostamento. La “scoperta” di un qualcosa che non si conosce, e lo “spostamento” verso confini più ampi. Questo concetto per un bambino è fondamentale, dato che gli insegna, ad aprire la propria mente, conoscere, gli ricorda che deve aver sempre la sete di guardarsi intorno e chiedersi il “Perché”, cosa che in età adulta spesso si smette di fare.

Un altro aspetto interessante è la figura di “Puffetta”. Personaggio che in questo film si suppone sia creata in laboratorio, ha due chiavi di lettura per entrambi i tipi di pubblico sia maschile che femminile.

Per le ragazze viene descritta come determinata, sicura di se e vogliosa di scoprire le sue origini. È indipendente anche se molto legata al suo villaggio, si eleva quasi a un possibile modello comportamentale.

Per i maschi ne è l’esatto opposto. Al villaggio cammina tra lo stupore dei vari personaggi, lei quando parla con i suoi compagni non guarda ma bensì osserva, gli altri Puffi si fanno trasportare dalla sua determinazione, sono persi in quel carattere così forte, da cui non possono e non potranno mai fare a meno.

Info sull'Autore

Laureando in Ingegneria Gestionale presso l'università di Tor Vergata, da sempre appassionato di cinema e inviato per eventi cinematografici per Corretta Informazione.

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