Sono ormai anni che la Tecar Terapia è molto diffusa in quasi tutto il mondo. Sperimentata per la prima volta quasi 30 anni fa, è una delle poche terapie cliniche a non avere quasi controindicazioni, sebbene esistano alcuni casi in cui si sono verificati problemi. Oggi parleremo proprio di questo, dei possibili effetti collaterali della Tecar Terapia.
Effetti collaterali della Tecar Terapia: quando è meglio non farla?
Nonostante si tratti di un tipo di terapia quasi privo di controindicazioni ed effetti collaterali gravi, in alcuni casi è meglio evitare di sottoporsi alla Tecar Terapia. Andiamo a vedere quali.
Chi ha meno di 12 anni di età dovrebbe evitare di sottoporsi alla Tecar Terapia per il semplice fatto che non sono ancora stati fatti studi appropriati riguardo l’uso della Tecar sui soggetti in questa fascia d’età. Meglio, quindi, non rischiare e ricorrere a pratiche più sicure. I tessuti biologici dei bambini sono, infatti, in continuo stato di sviluppo. È vero anche, però, che esistono innumerevoli alternative alla Tecar Terapia per i bambini in questa fascia d’età.
Per lo stesso motivo, anche le donne in dolce attesa sono a rischio per questo tipo di terapia, essendo soggetti molto delicati e su cui non è stato ancora provato che la Tecar Terapia non sia dannosa.
Ai soggetti epilettici è severamente vietato sottoporsi alla Tecar Terapia per il semplice fatto che potrebbero perdere coscienza durante il trattamento, e dunque non poter comunicare al medico le proprie sensazioni corporee. Questo porterebbe il soggetto ad abrasioni e danni simili.
Chi per qualche motivo non avverte le temperature a causa di un qualche tipo di insensibilità cutanea, allo stesso modo non dovrebbe fare la Tecar Terapia per il rischio di bruciarsi la cute dopo il trattamento.
Anche chi soffre di infermità nervosa, non potendo comunicare in modo chiaro le proprie sensazioni al medico, dovrebbe evitare questo tipo di terapia.
I soggetti affetti da tromboflebiti e coagulopatie non dovrebbero ricorrere alla Tecar Terapia per i problemi legati alla circolazione sanguigna, che potrebbero in questo caso portare al distaccamento dei coaguli dalle pareti dei vasi sanguigni, e di conseguenza il loro ingresso nel flusso di sangue.
Ci sono casi invece in cui non è severamente vietato farla, ma bisogna necessariamente sottoporsi ad un controllo medico prima della terapia. I casi in questione sono i pazienti con pacemaker o impianti attivi di vario genere, chi ha disfunzioni all’apparato cardio-vascolare, casi di angina e neoplasie e chi ha impianti ferromagnetici. Se l’esito del controllo medico è positivo, la terapia andrà comunque eseguita su un’area del corpo non vicina a quella affetta da uno di questi disturbi.
Tecar Terapia in casi particolari: come eseguirla senza controindicazioni
Abbiamo visto in quali casi sia assolutamente vietato sottoporsi alla Tecar Terapia. Ora vediamo, nei casi in cui sia meglio farla solo previo controllo medico, come eseguirla nella pratica.
Se il soggetto soffre di insensibilità ai cambiamenti di temperatura bisognerà fare un test appena prima della terapia per capire come potrà reagire la cute del paziente al contatto con lo strumento e vedere le possibili conseguenze della vasodilatazione indotta dalla terapia stessa.
Chi è affetto da tumore, dovrà valutare insieme al medico curante la gravità, la localizzazione e lo stadio della propria malattia e solo in seguito procedere con la Tecar Terapia, munito di prescrizione. In generale, sebbene la Tecar Terapia possa spaventare e risultare dannosa nei casi oncologici, aumentare la temperatura di alcune aree del corpo (diatermia) non peggiora la situazione. È bene solo avere particolari accorgimenti nei casi in cui ci si sia appena operati o se si è al corrente da poco della propria condizione. Di per sé il riscaldamento non è dannoso, ma può aiutare il tumore a diffondersi in alcuni casi.
Se si hanno scottature, abrasioni o ulcere in una qualsiasi parte del corpo, la Tecar Terapia non è vietata, ma è necessario comunque fare molta attenzione a non toccare minimamente la parte lesa durante il trattamento, dal momento che la vasodilatazione indotta potrebbe peggiorare di molto la situazione. Tuttavia, praticare la Tecar intorno alla parte lesa senza toccarla può addirittura risultare benefico e aiutarne la guarigione.
Nel caso in cui invece il paziente abbia da poco inserito protesi in una qualsiasi parte del corpo, si può praticare la Tecar Terapia anche immediatamente dopo l’operazione, da momento che può aiutare a ridurre edemi ed ematomi dovuti all’intervento. L’importante, come per gli altri casi, è fare sempre attenzione a non andare ad agire direttamente sulla parte interessata, ma intorno a questa. Il motivo, oltre al peggioramento della lesione, è anche il forte dolore che proverebbe il paziente. Nel caso in cui al paziente abbiano impiantato protesi metalliche, ci si può sottoporre comunque alla terapia, purché la protesi sia, almeno per metà, a contatto con il tessuto.
Se il paziente è ipoteso o deve trattare la zona paravertebrale o cervicale, può sottoporsi alla Tecar Terapia, purché con sedute brevi, poco intense e con una lunghe pause tra un trattamento e l’altro. Infatti, se un soggetto con queste problematiche si sottoponesse ad un intervento troppo lungo, potrebbe abbassare la pressione arteriosa in modo troppo improvviso.
Nel caso di infezione interna e ascesso o incapsulamento è consigliabile un controllo medico per evitare che l’infezione peggiori o si diffonda e in seguito, prima della terapia, sottoporsi ad una pratica antibiotica.
Tecar Terapia: i possibili fastidi durante il trattamento
Ma quali sono, nella pratica, i fastidi immediati che il paziente potrebbe avvertire al momento del trattamento della Tecar Terapia? Innanzitutto, dal momento che la terapia prevede l’uso di un apparecchio che provoca calore, c’è il rischio di ustionare la cute. Questo accade, però solo se non c’è dialogo tra soggetto e operatore, se non ci si è sottoposti prima ad un controllo medico o se non viene usato lo strumento in modo corretto. Un altro possibile effetto collaterale nell’immediato è il gonfiore della parte trattata. Se infatti il paziente soffre di problemi linfatici, può gonfiarsi e incorrere in problemi di tensione alle articolazioni.