Nuovi sviluppi sull’applicazione della Tobin Tax sulle transazioni finanziarie delle società quotate in Borsa. La manovra in questione, che gode dell’appoggio di numerosi stati europei, prevede una specifica incidenza finanziaria che andrà a colpire le azioni e le obbligazioni svolte nell’arco di una singola giornata. In questo modo, la tassa colpirà un buon numero di transazioni finanziarie dal quale, però, verrà molto probabilmente escluso il cosiddetto “market making”.
Per quanto riguarda il discorso dei derivati, infatti, varranno i principi cumulate della residenza e dell’emissione con l’aggiunta di tassi piuttosto bassi affinché non ci sia alcun impatto negativo sui costi dei finanziamenti del debito sovrano. Tante sfaccettature, quindi, per ridefinire il ruolo strategico delle transazioni finanziarie.
Transazioni finanziarie, novità 2016 sulla tassa su azioni e obbligazioni delle società quotate in Borsa
Al momento, l’accordo sui principi generali relativi all’applicazione della Tobin Tax sulle transazioni finanziarie delle società quotate in Borsa coinvolge dieci stati, ossia Austria, Belgio, Francia, Germani,a Grecia, Italia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna. Nelle ultime ore, infatti, è stata registrata la rinuncia da parte dell’Estonia, evidentemente maldisposta ad accettare le condizioni restrittive della tassa in questione e a sottostare, nel contempo, ad un regime finanziario piuttosto lineare.
Tuttavia, regna un cauto ottimismo circa l’approvazione, entro la metà del 2016, dei dettagli tecnici di una misura che, al di là di ogni possibile considerazione o dietrologia, sancisce un lieve passo in avanti verso un discorso finanziario omogeneo e capace di attrarre, col passare del tempo, nuovi ed importanti membri. Nel frattempo, la riunione dei ministri finanziari dell’Ue ha ufficializzato l’entrata in vigore dell’accordo intergovernativo sul trasferimento e la mutualizzazione dei contributi al Fondo unico di risoluzione, il quale diventerà operativo a partire dal 1° gennaio 2016 e interverrà per sostenere le banche in difficoltà; così facendo, si andrà ad incrementare il meccanismo di bail-in, ovvero il coinvolgimento di azionisti, correntisti e obbligazionisti qualora ci siano perdite oltre i 100 mila euro. Tale procedura è servita a salvare, ad esempio, quattro istituti di credito italiani.
Tobin Tax, che cos’è e come è stata utilizzata sino ad ora
Il concetto di Tobin Tax fu introdotto, per la prima volta, nel 1972 dal Premio Nobel per l’economia James Tobin e riguardava, per l’appunto, l’applicazione di una tassa sulle transazioni finanziarie al fine di stabilizzare i mercati valutari e procurare entrate da destinare alla comunità internazionale. Oggetto di numerose critiche e discussioni, la Tobin Tax è stata impiegata nel 2004 dalla Commissione Finanze e Bilancio del Parlamento federale belga per l’implementazione della Spahn Tax, mentre in Sud America ha ricevuto il sostegno dei governi brasiliano e venezuelano.
Stesso discorso per l’Italia, con una raccolta firme dell’ATTAC che diventò proposta parlamentare ed entrò in vigore, sotto forma di legge, a partire dal 1° marzo 2013. Non va poi trascurato l’appello del 2011 di mille economisti che, mediante le pagine del The Guardian, chiesero a gran voce l’introduzione della Tobin Tax durante il G20. Un insieme di voci per un’economia più sicura ed estremamente chiara.