Brado, il nuovo film “Western” di Kim Rossi Stuart

Pubblicato il 13 Ott 2022 - 12:28pm di Luca Apolloni

Un controverso rapporto tra un padre e un figlio. Questo è il tema di Brado, l’ultimo film diretto è interpretato da Kim Rossi Stuart. Durante la presentazione alla stampa, giovedì 6 ottobre alla Casa del Cinema di Roma, Kim e gli attori del cast, hanno raccontato la loro esperienza, vissuta in maneggio, una sorta di ranch nella campagna romana, una location scelta dal regista che ricorda la sua infanzia e che immerge il pubblico in un clima Western.

Brado, il nuovo film di Kim Rossi Stuart: la recensione

Brado è un film basato sul libro pubblicato nel 2019, scritto dal regista e attore romano, intitolato Le guarigioni. E’ il suo terzo film in cui Kim si mette dietro la macchina da presa.

Kim è Renato, il personaggio cardine. Un padre scontroso, burbero, anaffettivo, ma che nasconde dentro di sé un grande amore inespresso per suo figlio, Tommy, un ragazzo ventitreenne.

Nella fotografia sono stato scelti i toni scuri, tipici dei film d’autore, in accordo con il tema drammatico del racconto. Le riprese del film, infatti, si svolgono in penombra: nessuna luce artificiale all’interno della casa dei protagonisti, al massimo una abat-jour accesa la notte. Questo è l’ambiente che il regista ha scelto per trasferire emozioni diverse e contrastanti allo spettatore, il quale guardando la pellicola s’immerge completamente in un’ambientazione d’altri tempi. Infatti, anche l’abbigliamento usato e in stile country.

Un film ricco di emozioni, che raggiugono il loro acme sul finale. Durante la conferenza stampa, uno dei giornalisti in sala ha riportato la battuta di qualcuno che ha chiamato Kim il “Clint Eastwood dei poveri”, per via del finale simile a quello di One million dollar baby. Ma Kim, impassibile, si è sentito lusingato dal paragone. La chiusura Il finale di Brado “è tosta”, tre o quattro minuti di assoluta sofferenza di Renato in un letto di ospedale e qui è impossibile non versare qualche lacrima. La recitazione di Kim è straziante, di una commozione che riesce a superare quella in One million dollar baby. In questo epilogo Kim Rossi Stuart vuole stabilire una differenza da quello del film di Clint Eastwood: “lì (One million dollar baby) – spiega Kim durante la conferenza – c’è un uomo che opta per sopprimere lei. Qui c’è un ragazzo che opta per un’altra cosa e questo gli concede di arrivare a un sorriso. Si tratta di un momento personale, intimo“. Renato, infatti, muore con una lacrima guardando con amore gli occhi del figlio ai piedi del letto.

Brado di Kim Rossi Stuart: cast e uscita al cinema

Nel cast, Kim ha scelto Barbora Bobulova, attrice di origine slovacca molto apprezzata dal pubblico italiano, ma soprattutto da Kim Rossi Stuart, che già l’ha voluta nel suo primo film, sempre nel ruolo della moglie. Stavolta però, la Bobulova interpreta un personaggio marginale ma importante per lo svolgimento della storia.

Saul Nanni, un giovane attore di talento. Qualcuno avrà già notato una certa somiglianza a Kim Rossi Stuart agli inizi carriera. Tra i due si vede una perfetta sintonia. Il regista romano ha plasmato il giovane Saul talmente bene che si potrebbe azzardare anche la nota citazione “l’allievo supera il maestro“, ma questo si vedrà nel futuro. Interpreta il personaggio di Tommy, un ragazzo introverso, chiuso, complesso, ma soprattutto pieno di rabbia e rancoroso verso un padre che l’ha reso maturo sin da piccolo. “E’ un amore viscerale, vivo – così Saul definisce il rapporto tra Renato e Tommy – che è andato perduto perché ricoperto da una rabbia, da un rancore forte. E quindi io sento che in fondo entrambi avevano il bisogno di trovare il modo di darsi una possibilità di rispolverare questo rapporto senza dirselo“. Nanni ha ringraziato Kim Rossi Stuart per il personaggio assegnatogli, ma il ringraziamento più sentito sta in queste sue parole alla fine del suo intervento davanti ai giornalisti accreditati: “Kim mi ha accompagnato, mano nella mano, per tutto il film e io mi sono fatto dirigere in tutto e per tutto“.

Degno di una parola in più è il debutto di Viola Sofia Betti, una bella cavallerizza professionista nata a Pisa 25 anni fa. Una ragazza, studentessa universitaria che lavora con i cavalli; una perfetta amazzone che Kim ha voluto nel suo film. L’ha scelta pur sapendo che sarebbe stata la sua prima volta davanti a una telecamera cinematografica. Lei l’ha ricambiato offrendosi in maniera grezza e malleabile nelle sue mani, adattandosi al mondo della recitazione. A parte la sua cadenza pisana, sicuramente anche voluta dal regista, la sua interpretazione è convincente e sicuramente attinente. Nel film ricopre proprio il ruolo dell’allenatrice di equitazione che dovrà seguire Tommy, nella preparazione di un’importante gara a cavallo; tra i due nasce un’attrazione intima.

Il film, distribuito da Vision Distribution e prodotto dalla Palomar, sarà in sala dal 20 ottobre.

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