Buoni Fruttiferi Postali 2017, strumenti di risparmio garantiti dallo Stato: caratteristiche e rendimento

Pubblicato il 15 Gen 2016 - 10:24am di Ubaldo Cricchi

Il risparmio postale è storicamente uno dei più amati dai cittadini italiani: negli ultimi tempi un’importante campagna pubblicitaria ha rilanciato i buoni fruttiferi postali (BFP), titoli emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti che sono garantiti dallo Stato e distribuiti proprio da Poste Italiane. Tra crisi bancarie, bail in, prezzi del petrolio in picchiata e crollo dell’economia cinese, per i risparmiatori che non si fidano più di un mercato azionario in difficoltà e di un mercato obbligazionario incapace di garantire rendimenti interessanti, i BFP rappresentano un’opzione in più. Cerchiamo di sapere di più su questi prodotti, sulle loro caratteristiche e rendimento.

Caratteristiche e tipologie di BFP: emessi da Cassa Depositi e Prestiti e garantiti dallo Stato

I buoni fruttiferi postali di Poste Italiane rappresentano un classico del settore risparmio: in passato venivano molto utilizzati, magari intestati a nome di figli o nipoti. Lo scenario che si è venuto a creare e gli accattivanti spot che passano in televisione potrebbero far tornare prepotentemente di moda questo particolare strumento. Ecco le caratteristiche principali del BFP: emessi da Cassa Depositi e Prestiti, garantiti dallo Stato, soggetti a ritenuta fiscale del 12,50%, esenti da imposta di bollo per rimborsi fino a 5.000 euro, esenti da spese e commissioni, rendimento crescente nel tempo, rimborsabili in ogni momento, restituzione del capitale investito maggiorato con gli interessi maturati.

buoni fruttiferi postali spotDi buoni fruttiferi postali ne esistono varie tipologie; ci sono quelli ordinari, ovvero un pezzo di storia del risparmio postale, hanno 90 anni di storia e possono durare fino a 20 anni; ci sono i BFP 3X4, con interessi che maturano allo scoccare di ogni triennio e hanno una durata massima di 12 anni; ci sono i BFP 4X4, con interessi che maturano ogni quattro anni, per una durata massima di 16 anni; ci sono anche buoni indicizzati all’inflazione, altri studiati apposta per i minori e i Piani di Risparmio, per i quali è necessario essere titolari di un conto corrente o un libretto postale su cui fare i versamenti con periodicità mensile o annuale.

Il rendimento dei buoni fruttiferi postali

Nelle caratteristiche fin qui elencate abbiamo visto solo aspetti positivi: certezza, tassazione agevolata, possibilità di richiedere il rimborso in ogni momento. I lati meno positivi si trovano quando si affronta il tema del rendimento: in un periodo in cui i tassi d’interesse sono molto vicini allo zero i buoni fruttiferi postali non possono certo garantire una grande remunerazione del denaro. I BFP ordinari hanno un rendimento annuo lordo dello 0,15% per i primi tre anni, dello 0,21% se viene mantenuto per più di 5 anni, dello 0,45% se si va oltre i 10 anni e dell’1,06% alla scadenza naturale dei 20 anni. Nei BFP 3X4 si va dallo 0,20% dopo i primi 3 allo 0,80% per la durata massima; per i BFP 4X4 si va dallo 0,25% all’1%. Si capisce subito che i tempi in cui i buoni fruttiferi postali riuscivano a raddoppiare il loro valore sono solo un ricordo decisamente sbiadito. Tutto sommato, i BFP continuano a creare nei possibili acquirenti una sensazione di fiducia e positività: rispetto ai conti di deposito delle banche hanno un rendimento molto inferiore, ma una tassazione agevolata e soprattutto la garanzia dello Stato, mentre rispetto ai Btp offrono la possibilità di un rimborso sicuro anche prima della scadenza (il rendimento dei buoni del Tesoro alla scadenza è teoricamente più elevato, ma prima del termine il loro prezzo di mercato è condizionato dall’andamento dei tassi).

Info sull'Autore

Sardo trapiantato in Umbria, dopo una lunga gavetta da articolista, posso vantarmi di essere un giornalista pubblicista. Convinto oppositore della scrittura in stile SMS, adoro gli animali e la musica.

1 Commento finora. Sentitevi liberi di unirsi a questa conversazione.

  1. Salvatore 19 Gennaio 2016 at 09:31 - Reply

    Comprensibile anche ai miseri mortali. Grazie

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