Casco per bici: numeri in aumento, maggior sicurezza per i ciclisti

Pubblicato il 13 Giu 2018 - 6:34pm di Pietro Paolucci

In quanto a mobilità sostenibile la bicicletta è oggi come oggi il mezzo ideale per non aggravare ancor più il problema relativo all’inquinamento atmosferico. Ma al di là di questo, la sicurezza è altrettanto importante, specie per l’Italia, Paese particolarmente noto per la mancanza di infrastrutture dedicate. Tuttavia, già l’interesse crescente nei confronti del casco per bici fa ben sperare sulla consapevolezza e sull’importanza di quello che è di fatto un accessorio salvavita. Ma vediamo in dettaglio le analisi emerse da una recente ricerca al riguardo.

Sicurezza in bici: la consapevolezza riguardo al casco c’è anche in Italia

I numeri ricavati dall’analisi condotta da Idealo sull’effettiva sicurezza offerta ai ciclisti dal semplice utilizzo del casco prendono in considerazione il nostro Paese, ponendolo a confronto anche con altre realtà in cui la bicicletta è un punto fondamentale per quanto riguarda la mobilità cittadina e non solo. Ma al di là di questo, di cui accenneremo in breve nel paragrafo a seguire, preme sottolineare quanto indossare il casco come accessorio salvavita stia entrando con maggior vigore nelle abitudini di grandi e piccoli.

Vuoi per il fatto che in tv, a differenza degli anni di Pantani o prima, tutti lo indossano, vuoi per la rarità con cui si incontrano ciclisti sprovvisti dell’accessorio in oggetto o vuoi ancora per le alte velocità raggiungibili senza particolari sforzi per il successo crescente delle bici elettriche e a pedalata assistita, la consapevolezza al riguardo sta crescendo di anno in anno. E gli ultimi dati emerso ce lo testimoniano.

In proposito, proprio la ricerca in questione manifesta un interesse crescente nei confronti del casco per bici che dal 2016 al 2017 ha segnato un +48,9%, cifra percentuale che per l’intervallo annuale più recente risulta essere ancor più elevata: nel 2018 la crescita tocca il 76% in più rispetto allo scorso anno.

Questo è di fatto un comportamento responsabile, perché come sappiamo non è al momento obbligatorio indossarlo, se non nelle competizioni agonistiche, o in particolari eventi detti cicloturistici et similia. E tale interesse, stando a quanto riportato da Idealo, risulta abbracciato in particolare dagli uomini, che rappresentano di fatto l’85% della fetta di popolazione presa in considerazione.

Per chiudere il quadro al riguardo, la rilevazione si conclude poi con i dati relativi al rapporto che c’è fra gli under 44 e gli over 44. Ebbene, come intuibile per semplici motivi storici, le persone sotto i 44 anni sono coloro i quali che ne ponderano l’acquisto: 60% contro il 40% degli over.

Incidenti in bici e casco, equipaggiamento obbligatorio e altri dati sulla sicurezza in bicicletta

Il casco per la bici come immaginabile è un accessorio che secondo i dati emersi dalla ricerca di Idealo è particolarmente a cuore al Trentino-Alto Adige, regione a cui seguono poi in ordine la Lombardia e la Toscana, alcune delle aree in cui l’utilizzo della bicicletta è più diffuso, sia in città che fuori.

Il successo che sta riscuotendo la mountain bike e le varie discipline annesse ha sicuramente portato maggiore consapevolezza e interesse dal momento che i consumatori risultano essere particolarmente attenti all’acquisto dei caschi integrali da downhill o dalle discipline discesistiche come pure dai classici da MTB, caschi più coprenti rispetto a quelli da strada, ma non sempre.

Ma oltre a questo, preme pure ricordare ai neofiti della bici e non solo che, sebbene il casco non sia d’obbligo per la circolazione su strada, c’è un equipaggiamento obbligatorio pensato soprattutto per la visibilità su strada. È questo il caso della necessità di montare un faro anteriore (giallo o bianco), di un catarifrangente rosso posteriore e di colore giallo sui pedali e fra i raggi, di un campanello come pure di una giacca catarifrangente da utilizzare al buio e in galleria.

Per quanto sia difficile incontrare ciclisti che montino sulla propria bici tutto ciò, di obblighi ne esistono degli altri che fungono da norme di comportamento presenti nel codice della strada. Procedere in fila indiana, mai in riga oltre i due, poter reggere il manubrio almeno con una mano, transitare sulle piste riservate ove disponibili e segnalare la manovre di svolta o di fermata con le braccia sono le regole da rispettare.

Seguire tali punti, utilizzare un casco e avere del buon senso nel prestare attenzione potrebbero tuttavia non bastare. E lo dimostrano il numero di incidenti che in Italia sono particolarmente elevati. Gli ultimi dati emersi documentano che in Italia ci sono 51 morti per miliardo di chilometri percorsi, 49 in USA, 28 in Francia, addirittura 8 in Norvegia e Olanda.

Ciò vuol dire che al di là della consapevolezza riguardo al casco per bici, al di là dell’aumento delle aree pedonali e delle piste ciclabili e dell’attenzione sul tema sicurezza provato dalle varie manifestazioni che si indicono di tanto in tanto in Italia, c’è ancora da lavorare per rendere la bicicletta un mezzo più sicuro e sostenibile.

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