Codice Identificativo Affitti Brevi: cos’è, come richiederlo e quando è obbligatorio

Pubblicato il 21 Nov 2023 - 8:36pm di Chiara Biondi

L’identificazione degli appartamenti dove si svolgono affitti brevi prevede un codice da comunicare a livello nazionale per segnalare l’attività di affitto di una proprietà e combattere così le forme di evasione fiscale. La nuova soluzione proposta nella manovra di governo dal partito Forza Italia. 

Cosa si intende per Codice Identificativo sugli Affitti Brevi e come richiederlo?

La legge n.58 del 28 giugno 2019, il cosiddetto “Decreto Crescita 2019” stabilisce che chiunque renda disponibile per l’affitto una sua proprietà, deve munirsi di un codice alfanumerico identificativo e comunicarlo ai relativi organi istituzionali e regionali di competenza, adempiendo anche a tutti gli obblighi previsti dalla legge in materia di tutela non solo dell’offerta turistica ma anche fiscale. L’obbligatorietà del Codice Identificativo è entrata in vigore dal 25 marzo 2023 e, in questo modo, tutte le strutture ricettive entrano a far parte di uno schedario di una banca dati che è stata creata dal Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. 

Come sappiamo, molte pratiche burocratiche differiscono nelle richieste e concessioni in base alla regione di appartenenza. Al momento pare che non sia ancora molto chiaro come procedere con la richiesta del Codice Indentificativo per Affitti Brevi. La soluzione consigliata è quindi quella di cercare di ottenere informazioni recandosi presso gli uffici di competenza del proprio comune o della propria regione che sicuramente sapranno fornire all’interessato modalità più chiare circa la richiesta e la documentazione da fornire. 

Codice Identificativo Affitti Brevi: quando è obbligatorio?

Al giorno d’oggi, con la crescita esponenziale del turismo dopo lo stop forzato causato dalla pandemia da Covid-19, stiamo assistendo ad una crescente nascita di strutture ricettive. Ma come fa il governo a controllarne lo sviluppo in modo sicuro, proteggendo se stesso dall’evasione fiscale e i turisti dai male intenzionati? 

Il Codice Identificativo alfanumerico è obbligatorio per chiunque voglia dare vita ad una struttura ricettiva o decida di dedicare una sua proprietà all’uso turistico. Come accennato in precedenza, questo codice servirà principalmente al Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo per creare così uno schedario di tutte le attività in regola. Lo scopo fondamentale dell’istituzione di questo Codice Identificativo è quello di promuovere un flusso turistico più trasparente e regolare. Attraverso questo codice, infatti, il ministero potrà assicurarsi circa le strutture che adempiono correttamente a tutti i proprio obblighi fiscali, come ad esempio il versamento della tassa di soggiorno. 

Questo codice si rende quindi obbligatorio per tutti i tipi di strutture ricettive, indipendentemente dalla loro natura. Le strutture che non sono dotate del codice alfanumerico in questione rischiano sanzioni che vanno dai 500 ai 5.000 euro. 

Con il nuovo governo Meloni, le misure di contrasto all’evasione fiscale si fanno sempre più stringenti. Secondi i dati riportati nel 2019, l’evasione fiscale in Italia superava i 79 miliardi di euro. 

Riguardo questa situazione si è espressa anche Federalberghi che ha denunciato la questione con un report nel 2018: ‘’Turismo e shadow economy. Tutela del consumatore, concorrenza leale ed equità fiscale al tempo del turismo 4.0’’.

All’interno di questo report, l’organizzazione nazionale che rappresenta gli albergatori italiani, monitora costantemente quelli che sono i numeri riportati dai maggiori portali di prenotazione online e li pone a confronto con i dati dichiarati dalle attività autorizzate e regolamentate. Lo scopo dell’associazione è quello di proteggere le attività alberghiere ufficiali dalle, non sempre ufficiali, abitazioni turistiche. La protezione dei consumatori è la maggior leva che muove Federalberghi. Si parla non solo dell’inganno ai danni dei turisti, ma anche della concorrenza sleale e dell’evasione fiscale. E’ proprio all’interno di questo report che Federalberghi pone in evidenza la necessità della creazione di un registro nazionale degli alloggi turistici e l’attribuzione ad ognuno di essi di un codice identificativo. Non solo, anche la tutela del consumatore è importante: si parla infatti del divieto di poter utilizzare parole o espressioni ingannevoli per i clienti che possano esserne tratti in inganno; di sicurezza dell’alloggio in cui dovranno risiedere, la necessità di una copertura assicurativa per proteggere sia la salute che i beni dei clienti che si troveranno all’interno dell’alloggio per il periodo di permanenza, la necessità di sanzioni adeguate per chi dovesse violare tutte le regole sopraelencate. Tutti questi provvedimenti tutelerebbero, non solo gli albergatori e i consumatori, ma anche la comunità. Tra i vari obblighi troviamo anche quello di comunicare, da parte dei proprietari di strutture per affitti brevi, agli organi competenti, come le forse dell’ordine, le generalità delle persone che occuperanno l’alloggio. Non per ultimo, Federalberghi si concentra anche sulla parità delle condizioni operative. Infatti leggiamo come scrivano che sia necessario rendere equo il pagamento di tasse e imposte tra le strutture ricettive e gli immobili utilizzati per brevi periodi, tra queste l’imposta sui rifiuti, l’imposta municipale unica, il canone per le trasmissioni radiotelevisive e cosi via. 

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