Il Re Leone 2019: recensione e trama del film

Pubblicato il 17 Lug 2019 - 9:47am di Francesco Salvetti

Arriva nelle sale “Il Re Leone” live action del grande successo del 1994, diretto da Jon Favreau con le voci di Luca Ward, Massimiliano Popolizio, Elisa e Marco Mengoni.

Nella savana regna il potente leone Mufasa assieme alla regina Sarabi da cui nascerà l’erede legittimo al trono: Simba. Con l’imminente dipartita del padre, lui dovrà farsi trovare pronto nel diventare Re “proteggendo” il branco e la natura che li circonda. Ma questa scomparsa del padre, quanto sarà imminente?

Tantissime persone all’ascolto di “azibegna” e alla visione del Sole sorgere già sanno di cosa stiamo parlando ancor prima di sentire le note del “Cerchio della vita” dato che, come un quadro ben noto, la mente non può che catapultarci all’interno del mondo di Mufasa e della Savana da lui guidata. La storia che nel 1994 rese iconica la voce di Ivana Spagna e che soprattutto non farà mai dimenticarci la prestazione di Vittorio Gassman al doppiaggio, ha avuto negli anni tantissime rivisitazioni, seguiti (negli anni bui Disney ci sono stati addirittura due seguiti), in tempi più recenti una versione 3D, uno spettacolo teatrale che è stato in cartellone a Broadway per 23 anni consecutivi. Insomma questa storia è stata, da sempre, amata e apprezzata in tutto il mondo.

Il perché di questo successo parte da lontano, dall’Amleto di “shakespeariana” memoria. Su stessa ammissione degli sceneggiatori nel 1994, il cartoon si ispira alla lotta familiare che si evidenzia nell’Amleto riproponendola in chiave Disney. Questo elemento ci ricorda l’importanza di una casa di produzione così meticolosa nel creare nuovi prodotti, lavorando su ciò che c’è dietro ai testi stessi fondendoli con un significato molto profondo dando vita a un lavoro semplice di primo impatto, elaborato se lo guardiamo con più attenzione. Proprio per questo, oggi nel 2019, come si colloca il terzo live action dell’anno, diretto da Jon Favreau?

E’ in perfetta attualità con i tempi che viviamo e, grazie anche alle ultime dichiarazioni arrivate dalla conferenza sul clima e al potente discorso di Greta, questo film dovrebbe essere un monito più che un momento di intrattenimento. Se Simba e Mufasa devono proteggere tutto ciò che è illuminato dal sole, Timon e Pumba ci ricordano che ogni elemento in natura ha un suo equilibrio che non deve mai essere spezzato. Inoltre, basta pensare a Scar e al patto che firma con le iene, aprendo a loro la savana permettendogli di prendersi tutto. Quest’ultimo elemento può essere letto in chiave metaforica inserendoci le guerre sul petrolio che hanno permesso ai popoli di fare razzie nei paesi arabi e di inquinare il nostro pianeta.

Favreau in chiave artistica ha fatto un lavoro sublime. Ha visibilmente citato il noto cartone ma lo ha reso più adulto inserendo i tempi teatrali e una precisione scientifica, riguardo la rappresentazione del mondo animale, degna dei migliori documentari (con l’utilizzo di 2 riprese totalmente reali).

Il discorso legato al teatro è ciò che di più ci ha impressionato. In questo film ogni personaggio ha un suo ingresso in scena, ha le sue pause e i suoi silenzi senza mai accavallarsi con i colleghi. Favreau sembra aver diretto in maniera vera e propria ogni animale grazie anche all’eccellente lavoro del VFX che ha curato ogni espressione facciale necessaria per la resa finale. In Italia, come da tradizione, solo dei grandi doppiatori potevano prendere parte a un film così “teatrale”. Proprio per questo, diretti da Fiamma Izzo, sono state chiamate voci del calibro di Luca Ward (Mufasa), Massimo Popolizio (Scar), Toni Garrani, Emiliano Coltorti e Rosella Acerbo. Se il dialogo iniziale tra Luca e Massimo Popolizio vale da solo il prezzo del biglietto, la scelta più singolare del doppiaggio ci arriva dai ruoli di Timon, Pumba, Simba e Nala. Ascoltando i volti dei due amici, si riconosce molto facilmente chi gli presta la voce, cioè Edoardo Leo e Stefano Fresi. La coppia di attori romani non è amica solo in questo film, ma soprattutto nella vita quotidiana e questo emerge anche nell’ascolto delle loro voci dato che, seppur hanno lavorato singolarmente (al doppiaggio si registra ognuno su una singola traccia) sentirli insieme è stato molto divertente. Per i protagonisti Simba e Nala sono state scelte due voci che hanno fatto emozionare il pubblico, non certo per la recitazione: Elisa e Marco Mengoni. Dobbiamo ammettere che ascoltare “L’amore è nell’aria stasera” con le loro voci è stato da brividi, a differenza della parte recitata dove abbiamo apprezzato l’enorme lavoro che hanno svolto e che, seppur risente dai precedenti colleghi sovra citati, non stona e non toglie valore a un film di assoluta caratura artistica e grafica, da non perdere, dal 21 agosto al cinema.

Info sull'Autore

Laureando in Ingegneria Gestionale presso l'università di Tor Vergata, da sempre appassionato di cinema e inviato per eventi cinematografici per Corretta Informazione.

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