Malala, ergastolo per i dieci talebani che tentarono di ucciderla

Pubblicato il 1 Mag 2015 - 1:41am di Patrizia Monaco

A Mingora, nel nord ovest del Pakistan, è stata oggi emessa la sentenza riguardo l’attentato del 9 Ottobre 2012 a Malala Yousafzai. La giovane attivista, premio nobel per la pace nel 2014, continua da anni a lottare per l’istruzione femminile nel suo paese. La tenacia con cui porta avanti la sua battaglia è da sempre una calamita per i talebani che vogliono fronteggiare qualsiasi azzardo di emancipazione femminile.

Nel 2012, dopo scuola Malala si dirigeva verso casa quando un gruppo di uomini armati sono saliti a bordo dell’autobus sul quale viaggiava, ferendola alla testa con vari colpi d’arma da fuoco.

A salvarla è stato un delicato intervento per la rimozione dei proiettili avvenuto nell’ospedale di Peshawer.

L’atto terroristico è stato rivendicato da un gruppo di talebani pakistani guidati da Ihsanullah Ihsan, il quale ha definito Malala “un simbolo degli infedeli e dell’oscenità”.

Non ha mai smesso di lottare Malala, e neanche l’attentato è servito a scalfire le sue nobili ambizioni. Nel 2013, dopo essersi ripresa dall’incidente, terrà un discorso davanti alle Nazioni Unite:

“Non mi importa di dovermi sedere sul pavimento a scuola. Tutto ciò che voglio è istruzione. E non ho paura di nessuno”.

Nel Settembre 2014 l’esercito del Pakistan ha arrestato 10 talebani, ritenuti responsabili dell’attentato e per questo oggi processati secondo le leggi antiterrorismo.

Info sull'Autore

Nata nella provincia di Roma, è trascorrendo l'adolescenza nella capitale che inizia a coltivare la propria passione per il giornalismo. Amante della bella musica, della buona politica e dell'impegno sociale, continua giorno dopo giorno a coltivare la sua innata curiosità muovendosi tra i più svariati ambiti della comunicazione.

Lascia Una Risposta