Quotazione oro, BTP, petrolio e azioni Piazza Affari post Brexit: aggiornamenti e previsioni Borsa sabato 25 giugno 2016

Pubblicato il 25 Giu 2016 - 12:50pm di Ubaldo Cricchi

Gli effetti della Brexit si son fatti sentire subito e ben forti: su tutti i lstini del mondo intero si sono registrate vendite, con Wall Street e le principali Piazze europee in rosso (Londra contiene le perdite), con la Borsa di Milano che ha registrato il -12,4%; vediamo alcuni aggiornamenti da Piazza Affari sulla quotazione dell’oro, del petrolio, dei BTP e delle azioni e cosa dobbiamo aspettarci secondo le previsioni degli esperti a partire da oggi, sabato 25 giugno 2016.

Il mercato dell’oro è finora quello che ha dato segnali di grande rialzo: per approfittare dell’elevata volatilità gli investitori si sono subito mossi con importanti investimenti.

Post Brexit, vendite su tutti i mercati: perdita record a Piazza Affari

Gli analisti finanziari lo avevano previsto: in caso di vittoria del Leave al referendum sulla Brexit si sarebbero registrate vendite su tutti i mercati, da quello valutario a quello azionario, senza risparmiare obbligazioni e materie prime. Per alcuni questa situazione può rappresentare un’occasione di investimento, a patto di saper gestire le proprie azioni in quello che si prospetta un periodo di saliscendi molto accentuato. Il primo consiglio è quello di mantenere un po’ di oro nel portafoglio.

Quotazione oro in salita: previsioni e consigli

Le quotazioni di quello che è il bene rifugio per eccellenza sono schizzate verso l’alto (+5%) e secondo alcuni analisti questo trend dovrebbe portare l’oro a 1.400 dollari l’oncia nelle prossime settimane e addirittura a 1.500 se i mercati s riveleranno turbolenti ancora più a lungo. Nel caso in cui le preoccupazioni post Brexit dovessero rientrare la quotazione dell’oro tornerebbe intorno ai 1.300 dollari l’oncia, ma a quel punto entrerebbero in gioco altri fattori, ovvero l’aumento di domanda da parte dei paesi emergenti (a cominciare da Cina e India, che nell’ultimo periodo avevano ridotto la loro domanda), l’intervento delle banche centrali, che per rinforzare le loro riserve potrebbero incrementare la loro domanda, e il probabile aumento degli acquisti degli Etf specializzati sull’oro. Con il rendimento del bund decennale tedesco negativo, l’oro rafforza la sua candidatura ad alternativa come bene rifugio di lungo periodo e per questo gli esperti consigliano di riservare al biondo metallo un 5% (quota stabile) del portafoglio.

BTP “protetti” dalle Bce, occasioni tra le obbligazioni societarie

La Bce è riuscita a mitigare l’effetto post Brexit sui BTP: il programma di acquisto di obbligazione di alta qualità ha funzionato e in questo modo chi possiede in portafoglio dei titoli di Stato italiano (o della zona euro in generale) può tenerli. Lo scenario che si sta delineando può creare alcune interessanti occasioni tra le obbligazioni societarie high yield (ad alto rendimento) o con rating intermedio (tra BB e BBB), ma gli analisti consigliano di evitare i singoli emittenti e di puntare su fondi o Etf specializzati, in modo da avere la massima diversificazione e una migliore liquidabilità. Da tenere in considerazione anche i Bond legati all’inflazione, che subiscono un piccolo rialzo dei prezzi al consumo per i prossimi trimestri: se il costo della vita accelera di più di quell’1/1,50% previsto per il prossimo anno è possibile ottenere rendimenti molto interessanti. All’interno di un discorso di diversificazione può essere valutata anche la possibilità di riservare, sempre tramite Etf, una quota del portafoglio ad obbligazioni in dollari USA con scadenza a 3/5: in questo modo si può approfittare della forza del dollaro e si scongiurano gli effetti di un eventuale rialzo dei tassi americani. Sempre gli esperti consigliano di liberarsi di eventuali titoli in sterline che già si possiedono: sono destinati a deprezzarsi ancora oppure a diventare oggetto di speculazione.

Mercato delle azioni: soffrono banche e assicurazioni

In Borsa, si sa, guadagna solo chi riesce a mantenere i nervi saldi: visto il crollo di ieri qualcuno ha sicuramente pensato di vendere tutto e aspettare momenti migliori per un ritorno agli investimenti; potrebbe essere una soluzione, ma si contabilizzano le perdite e poi non è chiaro quanto si dovrebbe aspettare, con il rischio di ritrovare prezzi più alti rispetto a quelli di uscita. Anche se la situazione è decisamente tesa gli analisti dicono che prima di muoversi è necessario fissare un tetto massimo di perdite sul mercato azionario che si è disposti ad accettare (di solito questo livello si aggira tra il 15 e il 20%); raggiunto questo limite si deve vendere in ogni caso, ma si ha la certezza di avere delle somme minime da utilizzare per un acquisto programmato.

Per chi invece ha della liquidità da investire gli attuali livelli degli indici Stoxx 600 (Europa, al di sotto dei 280 punti), dell’Eurostoxx (zona Euro, al di sotto dei 270 punti) e dello S&P500 (USA, sotto i 1.900 punti) sono buoni per l’ingresso. Buoni a patto di comprare in modo frazionato, con dei piani di accumulo che permettono di mediare sul prezzo di acquisto. Nel breve termine le previsioni su Wall Street sono migliori rispetto a quelle delle Piazze europee. Il Vecchio Continente può arrivare a cedere il 15/20% e a quel punto si potrebbe rientrare nelle Borse europee a prezzi scontati. Per quanto riguarda i settori si può dire che le azioni di assicurazioni e banche soffriranno di più rispetto a quelle di servizi e ai farmaceutici, ma anche rispetto ai titoli legati alle esportazioni in Stati Uniti e Asia. In un secondo momento le azioni delle banche più solide si potrebbero manifestare come interessanti occasioni di acquisto, così come gli industriali meno esposti all’andamento del mercato britannico.

Gli effetti della Brexit sul mercato delle valute e il petrolio: il Dollaro torna valuta rifugio

Capitolo valute: il Dollaro torna ad essere la valuta rifugio. Anche se le monete che si sono apprezzate di più sono lo Yen e il Franco svizzero, la valuta statunitense continuerà ad essere acquistata a prescindere la rialzo o meno dei tassi deciso dalla Fed. Le case di investimento credono che il cambio Euro Dollaro (precipitato a 1,10) possa arrivare a 1,05 e addirittura alla parità un caso di conferma del rialzo dei tassi. Quindi la cosa giusta potrebbe essere utilizzare gli Etf e i fondi monetari o i fondi obbligazionari a breve termine. Meglio invece evitare le valute legate alle materie prime (ad esempio il Rublo, il Dollaro canadese e quello australiano) perché nelle prossime settimane le commodity possono perdere terreno. Chi già possiede un Etf o un fondo monetario in monete emergenti può tenerlo, purché lo lasci in portafoglio per almeno tre anni. Da evitare la sterlina, che si svaluterà ancora e sarà oggetto di speculazione. Quindi, in un portafoglo ottimale bisogna riservare una quota tra il 10 e il 20% alle divise estere, lasciandone almeno la metà al Dollaro USA (l’altra metà invece va frazionata tra Corone svedesi e norvegesi, Franchi svizzeri e Renminbi cinesi).

La vittoria del Sì al referendum sulla Brexit ha affossato anche il prezzo del petrolio, che si allontana di nuovo dai 50 dollari al barile. Il Brent ha recuperato qualcosa dopo un ribasso del 6%, ma la quotazione continua ad essere molto volatile. Il petrolio inglese ha chiuso a 48,96 dollari al barile (-3,8%), mentre il WTI americano a 48,21 dollari (-3,8%). Gli esperti tuttavia credono che il crollo del prezzo si esaurirà nel breve termine: i fondamentali sul petrolio non hanno subito variazioni, si dovrà solo aspettare che si calmino un po’ le acque dopo il referendum. In fondo il prezzo dell’oro nero, nonostante la perdita, rimane nella media di venti giorni, sopra i 45 dollari al barile. Non mancano però gli analisti che vedono un futuro meno sereno e affermano che il peggio debba ancora venire.

Info sull'Autore

Sardo trapiantato in Umbria, dopo una lunga gavetta da articolista, posso vantarmi di essere un giornalista pubblicista. Convinto oppositore della scrittura in stile SMS, adoro gli animali e la musica.

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