Succede: recensione del film di Francesca Mazzoleni con Brando Pacitto

Pubblicato il 5 Apr 2018 - 4:05pm di Francesco Salvetti

Arriva nelle sale il film “Succede” di Francesca Mazzoleni, tratto dal libro di Sofia Viscardi con Brando Pacitto. Vi forniremo trama, recensione e commento.

Meg, Ollly e Tom, sono tre sedicenni nel pieno della loro età adolescenziale. Più che dei semplici amici, sono quasi fratelli, tra problemi relazionali, genitoriali, con la scuola o con il sesso opposto, tutto per loro viene vissuto al massimo. Quando da Roma salirà il cugino di Olly cambieranno le cose o i tre si renderanno conto di essere cresciuti?

A sedici anni, ti senti quasi maggiorenne ma sei anche un teenager grande, credi di poter fare le cose da adulti ma in realtà sei ancora piccolo, pieno di sogni di cui non sai fino a che punto possano concretizzarsi, poi c’è chi a sedici anni scrive un libro.

Recensione “Succede”, film (2018) di Francesca Mazzoleni

Avere quell’età al giorno d’oggi, ti permette di essere al centro di mille possibilità su come esprimerti e farlo al meglio, come sfogarti comunicando con gli altri. Questo è un modo che agevola sia se hai magari qualcosa da raccontare o da dire al mondo e sia una persona che ti sta accanto per capirti. Sofia Viscardi, la scrittrice del libro, da cui è stato tratto il film, ha iniziato a esprimersi e mostrandosi al pubblico prima come Youtuber, poi come scrittrice di romanzi. Tanti suoi colleghi sono passati per le librerie narrando spesso più di loro stessi che di storie inventate. Sicuramente Sofia è quella che è riuscita al meglio in questo step anche perché è proprio la scrittura il campo dove lei vorrebbe rimanere, tanto da affermare che: “Ho scelto volontariamente di non partecipare in maniera attiva al film, di non metterci la faccia, perché tra raccontare sé stessi davanti a una telecamera e interpretare un ruolo, c’è molto studio dietro e probabilmente non ne sarei così capace, mi troverei più a mio agio scrivendo”. Con il libro “Succede” Sofia ha raccontato l’adolescenza e i suoi coetanei con estrema fedeltà grazie al fatto che ha preso spunto dal suo vivere quotidiano. Sul personaggio di Meg, ha proposto da un lato il suo punto di vista impersonificando la scrittrice, ma dall’altro è riuscita a creare un protagonista modello che ama i rapporti reali piuttosto che quelli sui social, che non fuma non beve e odia chi lo fa. Ma nella versione cinematografica cosa succede?

Prendere in mano la lavorazione cinematografica di un romanzo di successo è un lavoro complesso.Non bisogna deludere il pubblico dei lettori che con l’uscita del film saranno spettatori. Per questo Indigo Film assieme a Sofia Viscardi, non appena hanno sviluppato l’idea di realizzare un prodotto audiovisivo, hanno scelto di contattare una giovane regista che necessariamente avesse superato quell’età da poco. In questo modo sono arrivati a contattare Francesca Mazzoleni. La regista Siciliana si è fatta coinvolgere dalla storia sin da subito e vedendo il film, si è mostrata all’altezza di essere arrivata alla realizzazione del suo primo lungometraggio. Nel cast tecnico spiccano due nomi illustri per cui ha suscitato un enorme curiosità la loro presenza qui: Paki Meduri e Paola Mammini.

Paki ha guidato il reparto scenografia.Molti lo conoscono per essere uno storico collaboratore dei film di Stefano Sollima dove ha realizzato case di criminali, zingari, o ricostruito zone malfamate. In questa storia così giovanile, così buona rispetto ai lavori dove siamo abituati a vederlo, ha lavorato per Francesca nel ricreare le stanze e i luoghi descritti nel libro di Sofia, stando attento nel non cadere mai nel banale o nel cliché. Paola Mammini, scrittrice del film assieme a Francesca Mazzoleni e Pietro Seghetti, è la sceneggiatrice più esperta tra i tre non solo per la vittoria risalente a due anni fa del David Di Donatello con “Perfetti Sconosciuti”. Si dice nell’ambiente di cinema che se un film funziona è quasi del tutto merito della sceneggiatura. Scrivere un testo con un grado di complessità e credibilità di linguaggio il più possibile coerente con il film è uno di quegli obbiettivi che uno sceneggiatore si pone. Per questo Paola, dopo aver scritto in un team perfetto quello che risulta una delle migliori sceneggiature degli ultimi 5 anni, ha scelto di mettersi in gioco parlando di giovani, di ragazzi, con il focussu una ragazza adolescente forte e complessa come Meg e tutto il suo mondo. Per fare questo bisogna studiare, informarsi al meglio per non deludere il senso del libro e reimmetere nel film quelle sensazioni caratteristiche dell’età dei protagonisti. Paola e il suo team ci sono riusciti in pieno, scrivendo una sceneggiatura che non tradisce il libro.

Se elogiare il lavoro di Francesca non è solo una funzione di supporto per una regista che potrà dare tanto al mondo del cinema, ma è il giusto riconoscimento per chi ha lavorato con attori che o sono alle prime armi o che non sono mai stati davanti a una macchina dapresa e che è riuscita a farlo con ottimi risultati, non possiamo negare che durante la visione del film, ci siamo stupiti in negativo riguardo al montaggio. L’operazione di riassemblamento di un film, in alcuni casi lo può stravolgere, ma in questo ci sono dei salti che rendono troppo difficili da comprendere alcuni cambi di emotività da parte dei personaggi. Tra tutti quello che colpisce di più è sul finale quando è totalmente inspiegabile come si arrivi da una scena a un’altra. Nonostante questo, il pubblico di supporter di Sofia e non solo, dovrebbe andare a vedere questo film perché parla di loro e lo fa in maniera credibile, meglio di tanti film visti sino ad oggi.

Info sull'Autore

Laureando in Ingegneria Gestionale presso l'università di Tor Vergata, da sempre appassionato di cinema e inviato per eventi cinematografici per Corretta Informazione.

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