Volkswagen Dieselgate, le conseguenze dello scandalo emissioni su prezzi e futuro

Pubblicato il 1 Ott 2015 - 9:46am di Daniele Celli

Una riflessione sullo scandalo Volkswagen Dieselgate, con le conseguenze che questo episodio potrebbe avere sui prezzi delle vetture e sul futuro della casa automobilistica tedesca, che necessita di mosse concrete per rialzarsi, anche se sarà tutt’altro che semplice.

Il regime dell’austerity, il richiamo al rispetto delle regole e degli accordi internazionali a cui ha inneggiato da tempo la Germania e che le sono valsi tante aspre critiche e diversi dissapori internazionali, sembrano essere stati decisamente ignorati, mentre la buona nomea e la stima di cui gode la nazione teutonica hanno subìto un ulteriore colpo in seguito a questa truffa delle emissioni al gasolio ormai di portata planetaria.

Volkswagen Dieselgate, scandalo emissioni farà ancora parlare

La casa automobilistica di Wolfsburg, da lungo tempo simbolo per antonomasia della quattroruote per tutti made in Germany, madre di vetture ormai leggendarie, quali il maggiolino e la Golf, da pochi giorni è stata catapultata nell’occhio del ciclone a causa del cosiddetto “Dieselgate“, lo scandalo delle emissioni.

Più di dieci giorni fa, il 18 settembre, l’EPA, l’agenzia federale per la protezione ambientale degli Stati Uniti, in un comunicato stampa ha accusato la Volkswagen di aver ingannato le autorità USA contravvenendo alle norme antismog ivi in vigore. L’EPA ha affermato che la casa costruttrice tedesca aveva installato intenzionalmente sui veicoli diesel del marchio omonimo importati negli Stati Uniti un software che manipolava i dati sui gas di scarico al fine di aggirare i controlli sulle emissioni inquinanti.

Il software, originariamente progettato solo per test di prova, si è scoperto essere in grado, grazie ad alcuni dispositivi di controllo, di rilevare il momento in cui le auto vengono sottoposte ai test sui gas di scarico, permettendo quindi di truccare i dati e superare a pieni voti le prove. I veicoli del colosso di Wolfsburg dunque, grazie a questo espediente, sono stati messi in condizione di superare di ben quaranta volte il limite consentito dalla legge statunitense per quanto riguarda le emissioni nocive.

Le conseguenze dello scandalo, tra multe e misure

In seguito alla scioccante notizia, dall’oltreoceano dell’amministrazione di Obama, è partito l’ordine che prevede il tassativo ritiro dal mercato americano di almeno mezzo milione di vetture – anche se le stime più recenti parlano di un milione – vendute a partire dal 2008 fino ad oggi. Anche le sanzioni pecuniarie sono arrivate puntuali ed il Wall Street Journal parla di una salatissima ammenda di ben 18 miliardi di dollari.

Le conseguenze non hanno tardato ad investire l’ampia sfera economica ed infatti in Borsa, lunedì scorso, il titolo del colosso teutonico ha subito un crollo abissale del 19% in chiusura, mentre ieri le normali azioni hanno avuto un calo del 20%.

Inoltre, pare che lo scandalo delle emissioni abbia coinvolto non solo il grande Paese a stelle e strisce ma anche altre nazioni, e che entro ottobre saranno ben 11 milioni le vetture del marchio teutonico ad essere ritirate, al fine di poterne correggere il software responsabile della manomissione dei dati da parte di Volkswagen.

Anche in altri paesi quali Israle, Giappone e Italia il malefico Dieselgate sembra non rimarrà senza conseguenze, e già ora si registra molta preoccupazione, nonostante lunedì scorso Federmeccanica abbia incitato alla cautela, parlando di “attenzione sì, allarmismo no”. Ai timori di Confidustria si aggiungono quelli di Banca d’Italia, dal momento che il gruppo Volkswagen e il settore automotive tedesco influiscono in maniera tutt’altro che trascurabile sui fornitori del Belpaese, e le impennate in basso dei valori in Borsa non sono certo un buon auspicio.

Gli scandali che hanno preceduto Volkswagen nel mondo automotive

Purtroppo lo scandalo tedesco nel settore automotive, nonostante la sua portata, non deve stupire oltremisura, visto che nel ramo automobilistico numerosi e gravi sono stati gli scandali che lo hanno preceduto non molto tempo prima. Basti pensare al recente scandalo del 2012, di cui fu protagonista la casa costruttrice Toyota, con diversi modelli che, a causa di un pedale difettoso, portavano ad accelerazioni improvvise, fatto inizialmente negato dal marchio giapponese e solo in seguito ammesso. Di fronte alla minaccia di venire chiamata in giudizio, la casa nipponica accettò anche il pagamento dell’ammenda imposta dagli USA, che ammontava a ben 1 miliardo e 200 milioni di dollari.

E sempre dal Sol Levante viene un altro scandalo, letteralmente da brivido: la casa fornitrice Takata fabbricò una serie di airbag difettosi, che invece di contribuire a salvare la vita delle persone, si rivelarono un’arma fatale causando ferite mortali nel momento dell’attivazione. Nonostante la multa degli USA e i tentativi di risolvere la questione di vitale importanza, pare che a tutt’oggi ci siano ancora 30 milioni di veicoli circolanti dotati di questi airbag assassini.

Prezzi Volkswagen in calo, ecco la mossa della credibilità

Su scala globale il Dieselgate, che porta il marchio Volkswagen, a breve-medio termine potrebbe ripercuotersi positivamente sulle tasche dei consumatori, che potrebbero avere la possibilità di acquistare un veicolo nuovo a prezzi inferiori al valore di mercato o comunque non aumentati, questo perché il marchio di Wolfsburg potrebbe iniziare una offensiva dei prezzi per recuperare credibilità sul mercato.

A lungo termine invece, lo scandalo potrebbe dare il colpo di grazia all’utilizzo di tutti i motori e carburanti tradizionali, che da diverso tempo ormai hanno sul collo la spada di Damocle della continua diminuzione delle emissioni, portando l’industria delle quattro ruote per i nuovi modelli del 2020 ad abbracciare in toto la tecnologia elettrica, ibrida o elettrificata. E se veramente non tutto il male vien per nuocere sarebbe bello pensare di avere presto un motore del 2000 lucente, delicato, con lo scarico calibrato e un odore che non inquina, proprio come lo descriveva Dalla.

Info sull'Autore

Editore online, giornalista, esperto di Web Marketing, Affiliate Marketing e SEO. Proprietario e direttore responsabile di Corretta Informazione e diversi altri siti internet di news generiche e guide di economia. Scopre questo particolare lato del web nel 2010 come articolista, ottenendo nel 2013 l'iscrizione all'Ordine dei Giornalisti (albo pubblicisti). Laureato in Statistica Gestionale presso l'Università La Sapienza di Roma. Contatti: redazionewrt@gmail.com

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