Educazione, scommesse e gioco d’azzardo: come spiegare ad un ragazzo la pericolosità del settore?

Pubblicato il 29 Nov 2023 - 5:41pm di Chiara Biondi

La ludopatia, ovvero la dipendenza dal gioco è un problema che riguarda sempre più persone che, a causa dei meccanismi scatenati dalle dinamiche del gioco d’azzardo, si ritrovano coinvolte in un sistema dal quale non riescono ad uscire. Si stima che in Italia siano circa 1,5 milioni le persone che soffrono di dipendenza patologica dal gioco d’azzardo. 

Gioco d’azzardo e scommesse: un rischio a portata di mano per i giovani

Innanzitutto, è bene precisare che la ludopatia fa parte della più ampia cerchia delle patologie comportamentali. Secondo l’Osservatorio del Gioco d’Azzardo, nell’anno 2021, si stima che il 42% dei giovani sono affetti da ludopatia. Ma cosa porta i giovani ad avvicinarsi a questa realtà? 

Il GAP, acronimo di Gioco d’Azzardo Patologico, è compreso anche nel DSM5 (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorder). Prima o dopo l’insorgere della ludopatia, si notano nella maggior parte dei casi, anche patologie psichiatriche ad essa collegate. 

I fattori che avvicinano i giovani al mondo del gioco d’azzardo sono molteplici. Se un primo approccio può essere quello scherzoso del gioco in sé che diventa in seguito patologico, non è da sottovalutare anche la tendenza di molti ragazzi di voler emulare i comportamenti degli amici che sono dediti a queste pratiche; non per ultimo, anche l’influenza di familiari che mettono in pratica quotidianamente la loro dipendenza. 

Ovviamente, dopo un primo periodo e legati alla ludopatia, troviamo correlati una serie di disturbi di natura psichica e anche fisica, molto utili anche per diagnosticare la malattia. 

Tra i sintomi fisici troviamo, ad esempio, uno stato di agitazione generale che porta a palpitazioni, insonnia e cefalea. Tra i sintomi di natura psichica invece, troviamo un perenne stato di ansia e di facile irritabilità che portano anche a momenti di impulsività.

Da non sottovalutare, tra le cause scatenanti della dipendenza dal gioco d’azzardo, c’è anche la facilità al giorno d’oggi di accesso alle piattaforme online di gioco. Soprattutto in corrispondenza con gli anni della pandemia da Covid-19, costantemente chiusi in casa e dietro degli schermi, molti giovani si sono avvicinati a questa realtà per provare l’ebrezza di una vincita di denaro. Da lì in poi il passo si rivela molto breve. Si entra in una serie di meccanismi malati per i quali si sente la necessità di giocare sempre una crescente somma di denaro, si pensa sempre a quale sarà la prossima giocata e si pensa anche al modo per riuscire ad ottenere i soldi per le giocate successive. 

Come informare i giovani e prevenire queste dinamiche?

Ovviamente a risentire del coinvolgimento patologico, non sono solo il fisico e la psiche dei ragazzi ma anche la loro socialità. L’andamento scolastico, ad esempio, è uno dei primi aspetti coinvolti poiché la mancanza di concentrazione si traduce poi inevitabilmente in un vistoso calo del rendimento scolastico. 

Come è possibile far capire ai più giovani la pericolosità di questo mondo?

Indubbiamente, il modo migliore per avvicinare i più giovani e informarli è il dialogo

Non è possibile, infatti, in un mondo interconnesso come il nostro, tenere i giovani lontani dalle tentazioni, come ad esempio le pubblicità, che vengono trasmesse non solo online ma anche in televisione. I famigliari ovviamente non possono avere il controllo su qualsiasi cosa a cui i ragazzi possono avere accesso tramite il loro smartphone o pc. E’ proprio in questo momento che entra in gioco il nucleo famigliare che ha il ruolo di parlare e far capire ai ragazzi la pericolosità di avvicinarsi al mondo del gioco d’azzardo. Il confronto è sempre il modo migliore per trasmettere le proprie idee e opinioni aprendo un dialogo che gli faccia percepire il proprio punto di vista. 

Un’ulteriore pratica da mettere in atto, potrebbe essere quella di offrire ai più giovani delle alternative più interessanti per trascorrere il proprio tempo libero piuttosto che dietro uno schermo: sport, attività all’aperto, l’apprendimento di un’attività come ad esempio imparare a suonare uno strumento, corsi di teatro, attività di gruppo e così via. Sono tutte alternative molto più sane che stimolano la socialità dei più giovani facendoli sentire parte di un mondo formato da loro coetanei e sviluppando anche così il loro rapporto con le persone adulte.  

Se, nonostante tutti questi accorgimenti, un giovane si rivela vittima delle dinamiche del GAP (Gioco d’Azzardo Patologico), anche in questo caso l’arma migliore che una persona di famiglia o un caro amico possono utilizzare, è quella del dialogo e del confronto. Come noto, il primo passo per risolvere un problema è proprio ammettere di averne uno e in questo caso i comportamenti ostruttivi o impositori non aiuterebbero la risoluzione della situazione. Il giovane deve sentirsi ascoltato e compreso, senza essere aggredito, per potersi poi aprire e poter raccontare il proprio punto di vista. 

Questo sarà ovviamente solo il primo passo per aiutare il giovane a riconoscere e familiarizzare con il proprio problema. Seguirà poi una serie di terapie e percorsi finalizzati alla risoluzione di questa problematica. Un esempio sono dei percorsi di psicoterapia, dei gruppi di ascolto e una Terapia Cognitivo Comportamentale (TCC).

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