L’ultima parola, la vera storia di Dalton Trumbo: recensione e critica

Pubblicato il 11 Feb 2016 - 7:53pm di Marta Anna Borucinska

Esce nelle sale l’ 11 Febbraio “L’ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo” con Bryan Cranston, film di genere drammatico-biografico, Diretto da Jay Roach e scritto da John McNamara.

Recensione del film “L’ultima parola, la vera storia di Dalton Trumbo”

Film che si propone di esplorare più in fondo la vita dello sceneggiatore e scrittore statunitense Dalton Trumbo, autore amato e pluripremiato, e che vuole esplorare le ripercussioni che ha avuto sulla vita dello stesso Trumbo l’etichetta di filocomunista che lo ha accompagnato negli anni salienti della sua carriera, anni in cui scriveva sotto falso nome perchè finito sotto al mirino della commissione del senatore McCarthy.

L’impatto estetico del film è gradevole, azzeccato nei dettagli.

Il regista è riuscito a far collaborare ed a giostrare i reparti di scenografia (Mark Ricker), costume (Daniel Orlandi) e fotografia (Jim Denault) in modo da ottenere un risultato elegante e curato.

Di contro non è riuscito a gestire altrettanto brillantemente il montaggio che lascia, in alcuni momenti, tempi morti e lenti.

Non sono i silenzi che ci fanno sentire scomodi sulle sedie, sono le frasi “ad effetto” che tolgono profondità ed intimità in molte scene che invece, se inseguissero un ritmo e una sceneggiatura più semplice ma al tempo stesso umana, potrebbero trasportarci più a fondo nell’importanza di ciò che accade.

Tuttavia, grazie ad interpretazioni brillanti come quelle dello stesso Cranston e di John Goodman e Michael Stuhlbarg, la sceneggiatura recupera l’attenzione e l’interesse di noi spettatori un po’ abituati ai grandi aforismi in momenti di comicità brillante e spassosa.

Molti dialoghi sono comunque ben costruiti oltre ad essere recitati con classe, e tra le varie “frasi ad effetto” lanciate qua e là, alcune meritano attenzione e apprezzamento.

Ma, sebbene queste stesse tengano alto il nome dello stesso Trumbo che era noto per la genialità delle sue intuizioni e dei suoi dialoghi, come dice lo stesso sceneggiatore McNamara, il film si proponeva di esplorare il lato più intimo ed umano di Trumbo, quello del padre e del marito, non dell’intellettuale, e per fare questo, per avvicinarsi di più a livello umano ad un personaggio così conosciuto proprio per i prodotti della sua mente, vuol dire abbandonare quello che lui ha ampiamente già donato alla cinematografia internazionale, abbandonare frasi e battute studiate per arrivare in modo semplice lì dove davvero l’empatia umana ha origine.

Il cast

BRYAN CRANSTO:  Conferma la sua bravura, magnetico per il suo studio dei dettagli che rendono i suoi personaggi sempre credibili e mai banali. Abbiamo creduto alla sua geniale cattiveria in “Breaking Bad”, ed altrettanto crediamo alla sua saggezza e debolezza qui in “L’ultima Parola”.

JOHN GOODMAN: Lo abbiamo adorato nel Grande Lebowski e lo adoriamo in ogni parte che interpreta, questa compresa. La sua interpretazione rende giustizia, ed anzi sorregge la sceneggiatura nei punti comici del film.

MICHAEL STUHLBARG: Altro attore rubato ai Coen, lo abbiamo visto in “A serious man” ed elegantemente lo vediamo interpretare un personaggio ambiguo ed importante di questa vicenda. Non più in vesti comiche, questa volta è il ritratto delle contraddizioni umane.

Queste sono le interpretazioni che fanno il film e che restano impresse, e fanno da sostegno alle altre che restano piuttosto anonime, nonostante grandi nomi come Helen Mirren.

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