Recensione Predator 2018: il terzo episodio diretto da Shane Black

Pubblicato il 9 Ott 2018 - 4:58pm di Francesco Salvetti

Arriva nelle sale il terzo episodio di Predator diretto da Shane Black, vi forniremo trama, recensione e commento.

Quando Shane Black venne a Roma per presentare il suo penultimo film “The Nice Guys” nel frattempo stava preparando il nuovo film su Predator. In conferenza stampa, sollecitato dai giornalisti in merito al suo prossimo progetto, ha dichiarato: “Desiderò riportare in sala quella magia, quel senso di mistero che c’era nel primo Alien, d’altro canto non voglio fare un Predator movie ma restituire quel giusto senso di mistero presente dietro la figura di questo personaggio”.

Dopo aver visto questo film, ripensare a queste parole ci permette di notare come sia stato preciso e rispettoso della parola data visto che questo ultimo film risulta essere una nuova avventura che può rilanciare un nuovo filone di film legati a Predator. Non rinnegando i fatti che accadono nelle due precedenti edizioni, questo film prosegue ciò che avevano lasciato le altre due avventure e ne riscrive un possibile proseguo. Il nuovo Predator, non è necessariamente un nemico, ma è bensì un crogiuolo di specie, giunte su la terra in maniera misteriosa e non necessariamente per cacciarci. Possono essere di nostro aiuto? Chi può dirlo, ma questa nuova chiave di lettura può essere metaforicamente collegabile al tema dell’immigrazione, motivo di dibattito in tutto il mondo. Il diverso, “l’immigrato” è necessariamente un pericolo o una risorsa?Trattandosi di “Predator”, che il film prenda una piega fortemente politica sarebbe prettamente fuori tema, ma un pubblico molto attento può notare ciò e magari dedicare qualche minuto per un’intensa riflessione. La storia di questo nuovo film, è anche un’occasione di rilancio per un gruppo di soldati reietti, mercenari, ma soprattutto personaggi emarginati dalla società che, grazie al combattimento in cui si troveranno riusciranno a rilanciarsi ad avere il loro momento di gloria. Quest’ultima situazione permette un altro spunto di riflessione riguardo al pregiudizio e a come troppo spesso ci limitiamo a bollare dei personaggi che possono rivelarsi significativi.

Artisticamente il film è ben fatto soprattutto nella formazione del cast artistico. A partire dal protagonista Boy Holdbrock, intenso, duro quando serve e che, rispetto alla sua precedente partecipazione in “Logan”, ha mostrato un netto cambiamento recitativo a partire dallo sguardo, passando per la mimica facciale e evidenziando un enorme presenza scenica, per cui il suo ruolo da protagonista difficilmente passerà inosservato. Attorno a lui una squadra di attori di primissimo ordine la cui unica pecca, da recriminare a Shane, è quella di vederli troppo poco in scena. Non possiamo non menzionare un attore come Alfie Allen, noto per aver interpretato i panni del principe Theon Greyjoy nella serie televisiva della HBO “Il Trono di Spade”(che vedrà nel 2020 l’ultima attesissima stagione). Nonostante le sole 3 scene in cui lo vediamo all’opera Alfie riesce a mostrare tutto il suo talento, figlio della scuola di teatro inglese. Un altro esempio di qualità attoriale è dato dal figlio del protagonista, interpretato dal bimbo prodigio Jacob Tremblay, che ritroviamo al cinema dopo la sua toccante prova nel film con Julia Roberts e Owen Wilson “Wonder”.

Il film arriva nelle sale l’11 ottobre e non deluderà di certo i fan della saga, sarà sicuramente un’occasione a chi non dovesse conoscerla di scoprirla e magari appassionarsene.

Info sull'Autore

Laureando in Ingegneria Gestionale presso l'università di Tor Vergata, da sempre appassionato di cinema e inviato per eventi cinematografici per Corretta Informazione.

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